L’asilo nido fa bene?

È il dubbio di tutti i genitori: iscrivere il figlio al nido oppure tenerlo in casa, affidandolo magari ai nonni o a una baby sitter? Qualsiasi famiglia in cui entrambi i genitori lavorano ad un certo punto si trova davanti a un bivio: nido sì o nido no? Sebbene in molti casi i genitori di figli piccoli che non vanno ancora a scuola possano contare sull’aiuto dei nonni durante le ore di lavoro, non tutti possono vantare però la stessa fortuna. A quel punto il nido diventa una scelta obbligata, anche se tra mille dubbi, tra cui il più diffuso: il nido fa bene ai bambini o sarebbe meglio che crescessero accuditi dalla mamma, se non lavora, o dai nonni? 

Anche i pediatri sono divisi, ma da qualche tempo gli studi stanno convergendo su un’unica risposta, che si può riassumere così: i bambini che iniziano ad andare all’asilo già nel primo anno di vita crescono più sani. La ricerche confermano che andare al nido sin da piccolissimi comporta indubbi vantaggi sia per lo sviluppo fisico, sia per il sistema immunitario.

Già al Congresso delle Società Europee di Pediatria, tenutosi a Glasgow nel 2013, si era discusso del tema che sta a cuore a molti genitori e ai loro pediatri: è giusto far frequentare l’asilo nido a bambini molto piccoli?
Stando ai risultati delle ultime ricerche condotte in proposito la risposta è: assolutamente sì. Secondo la ricerca scientifica, i bambini che hanno frequentato il nido sarebbero meno esposti al rischio di ammalarsi di un gran numero di malattie.
Ad esempio l’asma (che interessa un bambino su tre tra i 6 ei 14 anni): il rischio sarebbe dimezzato se i bambini sono andati al nido nel primo anno di vita.  E ancora, diabete di tipo1, per il quale è stata evidenziata una riduzione del rischio addirittura del 40%; e le probabilità di sviluppare il tumore pediatrico più diffuso, la leucemia linfoblastica acuta, si ridurrebbero di circa un terzo, così come altri tumori. Insomma, non ci sarebbero dubbi, hanno spiegato al congresso: inutile porsi mille domande e farsi attanagliare dai dubbi. L’asilo nido per il bambino, anche piccolo, rappresenterebbe un vantaggio. E non solo per la socializzazione, ma anche per la salute. Alla base di tale fenomeno c’è certamente il contatto precoce del sistema immunitario con gli agenti infettivi che circolano copiosamente fra i piccoli: i raffreddori, la febbre, la tosse e gli starnuti così ricorrenti durante i primi mesi di vita comunitaria hanno insomma un lato decisamente positivo.

Il dato che emerge chiaramente è che quanto più precoce è la frequenza tanto maggiori sono i benefici.

A confermare questi risultati è uno studio presentato recentemente durante la XVIII Conferenza europea della Fondazione Debenedetti svoltasi a Siracusa, che quest’anno ha avuto come tema le politiche di assistenza all’infanzia. Secondo tale studio il nido aiuterebbe i bambini a sviluppare delle capacità cognitive che invece, nei bimbi di età prescolare accuditi dai genitori o dai nonni, risultano meno stimolate.

Chi ha frequentato il nido, per esempio, impara a leggere e apprende le basi della matematica prima rispetto a chi non lo ha frequentato. In tutto questo gioca un ruolo fondamentale l’interazione con i coetanei, con i quali prendono vita giochi comuni che rappresentano un incentivo allo sviluppo cognitivo, costantemente stimolato. Infine, la frequenza del nido fa sì che i bambini non crescano timidi e pieni di paure, ma acquisiscano sicurezza in sé stessi, intraprendenza e tolleranza, doti fondamentali durante la crescita.