Oggetti transizionali: cosa sono e perchè sono così importanti

A molti genitori sarà capitato di notare come ad un certo punto il bambino, tra tutti gli oggetti e i giocattoli che ha a disposizione, cominci a mostrare una certa preferenza, un certo attaccamento, per uno in particolare. D’altronde capita anche a noi adulti di ricordare l’affetto che ci legava a quel tale cagnolino di pezza (che magari ancora conserviamo) o quel cuscino tutto liso che agli altri faceva impressione per lo sporco che aveva ormai accumulato ma che a noi sembrava la cosa più bella e più preziosa che potesse esserci al mondo. Infatti, quasi tutti i bambini, tra gli zero e i tre anni, si affezionano ad un oggetto particolare legato alle loro prime sensazioni piacevoli: questi oggetti vengono definiti transizionali.

“Il termine – transizionale- è stato coniato da Donald Winnicot, psicologo che si è dedicato con passione allo studio dell’infanzia e che ci ha lasciato numerosi preziosissimi insegnamenti, per designare appunto quel pezzo di stoffa o di coperta, quell’orso di peluche o bambola di pezza, cui molti si attaccano particolarmente e dai quali difficilmente si separano, soprattutto al momento di dormire”.

E a questo proposito chi non conosce la famosa -coperta – di Linus il personaggio dei fumetti di Shultz?

Ma che cosa rappresentano per il bambino questi oggetti e queste attività che li accompagnano?

L’orsacchiotto spelacchiato, la bambolina, il fazzoletto sdrucito, hanno il potere di difendere il bambino da tutto, consolarlo, rassicurarlo: proprio come la mamma, di cui rappresentano in qualche modo un sostituto.

D’altronde anche noi abbiamo, nella nostra vita di tutti i giorni, degli oggetti particolari cui teniamo molto e magari non sappiamo neppure spiegarcene il motivo, che hanno il potere di rassicurarci, rincuorarci…il nostro posacenere preferito, quel soprammobile, magari bruttino, ma che deve stare per forza su quella mensola, quella camicetta ormai fuori moda ma che ci sentiamo ancora così bene addosso…Guai a chi ce li rompe e ce li butta via!

Dunque anche nel nostro mondo di adulti ci portiamo appresso quell’atteggiamento infantile, che possiamo definire – della “coperta di Linus” – pur in forma diversa, ma con il medesimo significato di attaccamento, di ricerca di protezione, di sicurezza. Non bisogna allora guardare con sospetto questi giocattoli o questi oggetti, non bisogna preoccuparsene o, al contrario, riderne, perché, rappresentano i primi passi, da parte del bambino, verso l’autonomia e un primo tentativo di distacco dalla figura materna.

L’oggetto prescento dal nostro bambino, rappresenta in forma simbolica la relazione con la figura di attaccamento, esso protegge dalle angosce depressive e ha una funzione positiva perchè aiuta ad elaborare la separazione, per tale motivo viene utilizzato soprattutto quando il bambino è solo, lontano dai genitori o deve andare a dormire.