Perché andare dallo psicologo?

Spesso  le persone si trovano ad interrogarsi sul perché andare dallo psicologo, quali sono le principale paure che ci trattengono dal farlo? 

C’è chi, magari seguendo il consiglio di un amico o di un parente, non ha particolari difficoltà a chiedere aiuto a uno psicologo e ci sono persone per le quali invece chiedere aiuto può essere davvero difficile, per i motivi più disparati.

Per alcuni giungere alla conclusione che da soli non riescono a trovare una soluzione al loro dolore e che devono rivolgersi addirittura a un estraneo è doloroso. L’idea stessa di chiedere aiuto li fa sentire a disagio, li spinge a giudicarsi dei deboli o dei pigri, incapaci di impegnarsi e reagire.

Si tratta a volte di persone che sono sempre riuscite a risolvere da sole i loro problemi   e che non capiscono perché non ci riescono più. Per queste persone chiedere aiuto a uno psicologo vuol dire scendere a patti con il proprio desiderio di autosufficienza, dimenticando però che abbiamo tutti bisogno degli altri, per condividere gioie e sofferenze:  la vita appassisce se non la si condivide con nessuno.

A volte può esserci la paura dello stigma. C’è ancora , troppo spesso, il pregiudizio che a rivolgersi allo psicologo siano “i pazzi”, cioè persone con gravi patologie e sintomi. Di conseguenza molte persone vivono la paura di essere guardati in modo negativo solo perché si è deciso di rivolgersi a uno psicologo. È questo un pregiudizio che si radica in una cultura che considera chi soffre a livello psicologico come una persona sbagliata da cui è meglio stare alla larga, mentre chi è affetto da una malattia organica è considerato semplicemente malato.

Il risultato è che chi sta male cerca aiuto soltanto quando non ce la fa più e a volte non lo cerca affatto, preferendo convivere con relazioni insoddisfacenti o con difficoltà quali depressione, ansia, problemi nel comportamento alimentare o di dipendenza, per i quali un intervento psicoterapeutico sarebbe invece efficace.

C’è chi ha paura di andare da uno psicologo perché è convinto che per i suoi problemi non ci sia soluzione e non sia proprio possibile che le cose vadano meglio. Questo pessimismo può però nascondere altro, ad esempio la paura di cambiare o la sensazione di non avere diritto a ricevere aiuto.

La paura di cambiareè un aspetto che può sembrare paradossale, perché, si pensa, se uno va da uno psicologo lo fa proprio per questo, per cambiare. Il punto è che cambiare comporta sempre una dolorosa separazione e un ribaltamento dei modi di essere, di pensare e di comportarci che ci accompagnano da una vita intera e che ci sono noti e familiari. Molti si spaventati davanti alla possibilità di un cambiamento e preferiscono pensare che dovrebbero essere gli altri a cambiare, non loro.

Queste persone dimenticano che, in questo processo di trasformazione, non saranno da sole e lo psicologo starà loro accanto e le sosterrà.

Alcune persone evitano gli psicologi perché non vogliono parlare del modo in cui si sentono, non vogliono entrare in contatto con le loro emozioni più dolorose. Lo psicologo può invece essere d’aiuto proprio nell’affrontare le emozioni, nel dar loro un nome e una forma.

Qui si inserisce un’altra paura che può rendere difficile chiedere aiuto a uno psicologo: il timore di essere giudicati, cioè il timore che alla fatica del mettere a nudo il proprio cuore corrisponda la critica. In realtà, a uno psicologo non interessa giudicare ma capire cosa accade dentro la persona che a lui si rivolge, come questa vede il mondo. La terapia è un luogo dove ogni giudizio è sospeso e ognuno può sentirsi libero di mettersi a nudo, con le proprie debolezze e sofferenze, sapendo che il professionista che ha davanti avrà gli strumenti per accogliere ciò che gli verrà portato.